Mozione sul diritto alla pace e la memoria storica della pace del territorio di Monza e Brianza
I sottoscritti cittadini avanzano fiduciosi al Consiglio Comunale di Monza la seguente proposta di mozione.
Il Consiglio Comunale di Monza
preoccupato per il persistente dilagare di guerre e conflitti violenti in numerose aree del pianeta, a partire dal Mediterraneo, dal Medio Oriente, dall’Africa e dalla stessa Europa;
vista l’importante iniziativa assunta dal Consiglio Diritti Umani dell’Onu tesa a predisporre una Dichiarazione delle Nazioni Unite sul Diritto alla Pace quale diritto fondamentale della persona e dei popoli;
condividendo l’auspicio di Papa Francesco affinché “si possa giungere all’effettiva applicazione nel diritto internazionale del diritto alla pace, quale diritto umano fondamentale, pre-condizione necessaria per l’esercizio di tutti gli altri diritti”;
determinato a far sì che la ricorrenza del 100° anniversario dello scoppio della prima guerra mondiale, come dimostra il gradimento espresso dai monzesi per iniziative culturali tenutesi in città che commemorano la Grande Guerra dal punto di vista della Pace (che, tra l’altro, hanno ricordato che nel 1917, il Consiglio Comunale di Monza fu sciolto dal regio Governo a causa del suo impegno contro la guerra), stimoli l’avvio di una capillare presa di coscienza e mobilitazione di cittadini ed Istituzioni. Mobilitazione rivolta a cancellare il funesto diritto degli Stati di preparare e fare la guerra (ius ad bellum) e a inaugurare l’era del diritto alla pace positiva (ius ad pacem), che rappresenti anche una svolta verso una adeguata politica della memoria della pace da parte degli Enti Locali;
convinto che il disarmo, lo sviluppo umano e la cooperazione internazionale sono indispensabili per affrontare l’attuale crisi economica nel rispetto dei principi della giustizia sociale e dell’interdipendenza e indivisibilità di tutti i diritti umani: economici, sociali, civili, politici, culturali;
considerato che, una volta adottata dall’Assemblea Generale, la Dichiarazione sul Diritto alla Pace:
• renderà più evidenti e improcrastinabili gli obblighi degli stati a cominciare dal disarmo reale e dal potenziamento e la democratizzazione delle Nazioni Unite e delle altre legittime istituzioni multilaterali;
• darà impulso a nuove iniziative per promuovere il rispetto di tutti i diritti umani per tutti, lo stato di diritto, lo stato sociale e i principi democratici;
• contribuirà allo sviluppo della cultura universale dei diritti umani mediante la realizzazione di adeguati programmi di educazione e formazione, in particolare dei giovani, alla pace, ai diritti umani, alla cittadinanza democratica e al dialogo interculturale;
consapevole che pace sociale e pace internazionale sono fra loro interdipendenti e indissociabili come proclama l’articolo 28 della Dichiarazione universale dei diritti umani: “Ogni individuo ha diritto a un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà fondamentali possono essere pienamente realizzati”;
preso atto della Campagna internazionale per il riconoscimento del diritto umano alla pace promossa dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani e dalla Cattedra Unesco Diritti Umani, Democrazia e Pace dell’Università di Padova e dalla Rete della Perugi Assisi che intende tra l’altro contribuire alla messa a punto del testo della Dichiarazione con proposte da trasmettere all’apposito Gruppo di lavoro intergovernativo del Consiglio Diritti Umani,
preso atto con soddisfazione che è avvenuto il preannunciato incontro a Ginevra presso la sede delle Nazioni Unite il 23 giugno 2014, nel corso del quale una delegazione del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, con la partecipazione del Centro Diritti Umani e della Cattedra Unesco dell’Università di Padova e del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi, ha consegnato il dossier contenente le prime cento delibere di Comuni, Province e Regioni, al Presidente del Gruppo di lavoro intergovernativo, al Rappresentante Permanente dell’Italia, all’Osservatore Permanente della Santa Sede, all’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani, nonché ad alcune organizzazioni non governative,
convinto che il successivo incontro al Senato il 3 luglio 2014 con il Presidente della Commissione per i Diritti Umani e con il Presidente del Senato, ai quali una delegazione di Sindaci ha consegnato il citato dossier delle cento delibere, costituisce un primo significativo impegno del Parlamento a favore del ricoscimento internazionale del diritto umano alla pace,
auspicando che questa iniziativa di ‘diplomazia delle città’ (City diplomacy) per la pace e i diritti umani prosegua con sempre più ampia e convinta partecipazione degli Enti locali e delle associazioni in Italia e in altri paesi,
condividendo il contenuto della bozza di Dichiarazione sul diritto alla pace, quale elaborata dal Comitato Consultivo del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, apprezzandone in particolare la visione di ordine mondiale e il collegamento operato tra i diritti della persona e i diritti dei popoli,
agendo in conformità agli articoli 2 e 11 della Costituzione e ai pertinenti principi e norme del diritto internazionale dei diritti umani;
richiamando altresì quanto dispone l’articolo 20 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, ratificato dall’Italia nel 1977: “Qualsiasi propaganda a favore della guerra deve essere vietata dalla legge”;
fermamente determinato a dare puntuale e coerente attuazione alle suddette norme nella piena consapevolezza delle responsabilità che incombono all’ente di governo locale quale polo basilare della sussidiarietà e erogatore primario di servizi essenziali per i propri cittadini;
riaffermando pertanto il diritto del Comune di Monza a partecipare ai processi decisionali internazionali che più direttamente attengono ai diritti fondamentali della persona e dei popoli, a ciò legittimato dallo Statuto comunale e dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1998 “sul diritto e la responsabilità degli individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e realizzare i diritti umani e le libertà fondamentali universalmente riconosciuti”;
facendosi interprete delle aspirazioni dei cittadini a che si proceda speditamente nella costruzione di un mondo più giusto, nonviolento, democratico e solidale;
richiamando la Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 67/173 del 22 marzo 2013, che raccomanda di promuovere la pace “quale requisito vitale per il pieno godimento di tutti i diritti umani di tutti”;
il Consiglio comunale di Monza
• plaude e sostiene l’iniziativa del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite tesa a riconoscere la pace quale diritto umano fondamentale della persona e dei popoli;
• si impegna a inserire nello Statuto comunale, all’Articolo 9: Rapporti con la comunità locale, il seguente comma 4):
In piena coerenza con la storia di azione per la pace della comunità monzese e del Consiglio Comunale, nonché in conformità ai principi costituzionali e alle norme internazionali che riconoscono i diritti delle persone e dei popoli e sollecitano l’adempimento del dovere di solidarietà, il Comune ripudia la guerra, promuove la cultura della pace e della nonviolenza, salvaguarda e valorizza la memoria locale della pace, combatte ogni manifestazione di intolleranza e razzismo e riconosce il diritto alla pace positiva (jus ad pacem);:
• chiede al Parlamento e al Governo italiano di partecipare attivamente alla messa a punto del testo della Dichiarazione, innanzitutto affinché sia recepito quanto enunciato dall’articolo 1 della bozza di Dichiarazione elaborata dal citato Comitato Consultivo, il cui testo così recita:
1. Gli individui e i popoli hanno diritto alla pace. Questo diritto deve essere realizzato senza alcuna distinzione o discriminazione per ragioni di razza, discendenza, origine nazionale, etnica o sociale, colore, genere, orientamento sessuale, età, lingua, religione o credo, opinione politica o altra, condizione economica o ereditaria, diversa funzionalità fisica o mentale, stato civile, nascita o qualsiasi altra condizione.
2. Gli Stati, individualmente o congiuntamente, o quali membri di organizzazioni multilaterali, sono controparte principale (duty-holders) del diritto alla pace.
3. Il diritto alla pace è universale, indivisibile, interdipendente e interrelato.
4. Gli Stati sono tenuti per obbligo giuridico a rinunciare all’uso e alla minaccia della forza nelle relazioni internazionali.
5. Tutti gli Stati, in conformità ai principi della Carta delle Nazioni Unite, devono usare mezzi pacifici per risolvere qualsiasi controversia di cui siano parte.
6. Tutti gli Stati devono promuovere lo stabilimento, il mantenimento e il rafforzamento della pace internazionale in un sistema internazionale basato sul rispetto dei principi enunciati nella Carta delle Nazioni Unite e sulla promozione di tutti i diritti umani e libertà fondamentali, compresi il diritto allo sviluppo e il diritto dei popoli all’autodeterminazione.
• chiede altresì al Parlamento e al Governo di attivarsi presso le istituzioni dell’Unione Europea (Premio Nobel per la Pace 2012) e i governi degli Stati membri affinché, in coerenza con i valori proclamati nel Trattato di Lisbona e nella Carta dei Diritti fondamentali dell’UE, adottino una posizione comune favorevole all’iniziativa del Consiglio Diritti Umani e diano un fattivo contributo alla stesura della Dichiarazione sul Diritto alla Pace;
• invita le Commissioni Diritti Umani del Senato e della Camera ad adottare il presente Ordine del giorno;
• invita il Sindaco a trasmettere il presente Ordine del giorno ai Sindaci dei Comuni gemellati nell’auspicio che decidano di partecipare alla campagna per il riconoscimento internazionale del diritto alla pace;
• aderisce e si impegna a partecipare attivamente alla Campagna internazionale per il riconoscimento del diritto umano alla pace promossa dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani e dalla Cattedra Unesco Diritti Umani, Democrazia e Pace dell’Università di Padova e dalla Rete della PerugiAssisi.
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