La vita umana è sacra

Appello alla moderazione e invito all’azione in un momento di crisi promosso da otto Premi Nobel per la pace.

Siamo grandemente rattristati dai tragici avvenimenti che si sono verificati a New York e a Washington martedì 12 settembre 2001. Non possiamo ancora cogliere pienamente le dimensioni di quanto è successo e già ci sentiamo costretti a parlare chiaramente su cosa temiamo possa essere l’effetto di un’escalation di violenza in risposta a questi fatti.
Rivolgiamo la nostra più profonda solidarietà e sincere condoglianze alle famiglie e agli amici delle vittime e anche al popolo degli Stati Uniti d’America. Le nostre preghiere vi accompagnino in questo difficile momento di perdita e di lutto. I molti atti di coraggio da parte delle squadre di soccorso e la generosità dei cittadini delle vostre città sono un insegnamento per tutti noi.

Il rispetto della sacralità e dell’inviolabilità della vita umana è il principale articolo di fede di ognuna delle maggiori religioni del mondo. Siamo rincuorati dalle spontanee espressioni di solidarietà di milioni di uomini e donne di buona volontà di tutti gli ambienti, di ogni continente e dai numerosi leader politici e religiosi che da ogni parte del mondo si sono schierati contro questo barbaro atto di terrorismo.

Non c’è nessuno che possa ignorare un atto che è costato la vita di migliaia di persone innocenti. Gli autori di queste morti devono essere scovati e assicurati alla giustizia. Nel medesimo tempo, sappiamo che il fatto di assicurare alla giustizia i responsabili non risolverà i profondi problemi che sono all’origine del terrorismo. A tale riguardo, noi siamo consapevoli che in molte parti del mondo ogni giorno soffrono e muoiono altre vittime inconsapevoli il cui solo crimine è quello di essere nati in un determinato luogo, essere di una determinata religione o avere un certo tipo di pelle.

In questo momento di crisi ci stiamo confrontando con una sfida i cui risultati possono determinare il futuro del primo secolo del nuovo millennio. L’Assemblea Generale dell’ONU ha dichiarato i primo dieci anni del nuovo millennio Decade per la cultura della pace e della nonviolenza per i bambini del mondo (2001 / 2010). Noi crediamo che sia giunto il tempo di mettere in pratica questa decisione.

Molti hanno paragonato l’attacco al World Trade Centre e al Pentagono all’attacco contro Pearl Harbour. Ma oggi non è il 1941. Negli ultimi sessant’anni noi abbiamo avuto molte pesanti lezioni relativamente al precipitare della spirale della violenza e siamo stati fuorviati da false aspettative circa la capacità del potere militare di risolvere i problemi. Tristemente, i nostri leader politici continuano a prendere decisioni che producono scontro invece di negoziato. Il risultato è stato più morte e distruzione e un aumento del senso di paura, ansietà e disperazione attorno a tutti noi.

Quindi noi invitiamo la comunità mondiale e soprattutto il popolo americano a raccogliere la sfida che si presenta nel pieno di questa avversità. Riconosciamo la necessità di rispondere a questi atti di terrorismo velocemente e in modo decisivo. Però ci appelliamo al Governo americano perché questo si astenga dalla rappresaglia militare. Qualunque decisione presa deve essere guidata dal diritto internazionale e deve rientrare nei limiti della Carta delle Nazioni Unite.

Inoltre richiamiamo le Nazioni Unite a organizzare in un futuro molto prossimo:

  • Una conferenza internazionale sul terrorismo che investighi sulle sue cause profonde, proponendo soluzioni da adottare e prevedendo standard internazionali che garantiscano sicurezza e modalità per assicurare alla giustizia i responsabili di ogni atto terroristico.
  • Una giornata internazionale dedicata alla commemorazione di tutte le vittime del terrorismo con pubbliche manifestazioni di solidarietà e programmi per insegnare l’educazione alla pace e i principi della nonviolenza nelle scuole e nell’università.

Il terrorismo minaccia proprio i principi di riferimento delle nostre società che sono contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti umani. La migliore risposta a coloro che vorrebbero minare democrazia e diritto è riaffermarne proprio tali valori e istituzioni.

In conclusione, richiamiamo governi e popoli del mondo a fare passi concreti per sviluppare la cultura della pace e della nonviolenza. La risposta degli Stati Uniti e dei suoi alleati dovrebbe essere guidata non da un cieco desiderio di vendetta ma piuttosto da una determinata volontà di lavorare per un mondo pacifico e giusto.

Il solo grande male da contrastare non è un popolo od un altro, ma piuttosto la paura e l’odio che continua a trovare radici nel cuore degli uomini.

  • Mairead Corrigan Maguire, Premio Nobel per la Pace 1976
  • Betty Williams, Premio Nobel per la Pace 1976
  • Adolfo Perez Esquivel, Premio Nobel per la Pace 1980
  • Desmond Mpilo Tutu, Premio Nobel per la Pace 1984
  • XIV Dalai Lama (Tenzin Gyatso), Premio Nobel per la Pace 1989
  • Rigoberta Menchu Tum, Premio Nobel per la Pace 1992
  • Joseph Rotblat, Premio Nobel per la Pace 1995
  • Jody Williams, Premio Nobel per la Pace 1997

Ottobre 2001

Roberto Albanese

http://www.greenman.it

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