settembre 23, 2009
Animazione e terremoto a Pescopagano (1981)
Terremoto e animazione. L’esperienza del « laboratorio » di Muro Lucano e Pescopagano
di Roberto Albanese
INDICE
- Catastrofe e cultura della ripresa
- Il ricorso alla metodologia dell’animazione socio-culturale
- Il ruolo della scuola nell’intervento di animazione
- Dalla valorizzazione della cultura locale una nuova cultura dell’ambiente
Catastrofe e cultura della ripresa
Come è possibile che gruppi del volontariato e scuola riescano ad agire insieme nel momento della prima emergenza per promuovere « una cultura della ripresa » già poco tempo dopo il verificarsi di un catastrofico terremoto? A questo interrogativo diamo una risposta pratica descrivendo l’esperienza realizzata nel biennio 1981 / 1982 nelle zone terremotate dell’Irpinia e della Basilicata. L’esperienza ha visto come protagonisti membri di comitati ecologici e di gruppi culturali della valle del Lambro, lavoratori dell’FLM di Desio (Milano), rappresentanti di Amministrazioni Comunali del Nord Italia (Nova Milanese e Muggiò), in stretto rapporto con le Amministrazioni Comunali di Muro Lucano e Pescopagano ed il sindacato locale di questo territorio della Basilicata..
Il ricorso alla metodologia dell’animazione socio-culturale
Daremo soprattutto attenzione a descrivere le modalità di lavoro sociale e culturale, che si è basato su una particolare interpretazione della metodologia dell’animazione socio-culturale. Il gruppo di intervento ha operato adottando lo strumento del « laboratorio interdisciplinare e dell’immaginario », in cui sono presenti e collaboravano tecnici del territorio ed animatori culturali.
Si è stati presenti nella zona terremotata in due riprese: nel 1981 e nel 1982, promuovendo sia momenti pubblici commemorativi della drammatica giornata del 23 novembre sia ricerche interdisciplinari sul campo ed interventi di animazione. Il tutto nella prospettiva di dare un contributo alla costruzione di una cultura diversa che non censurasse ma considerasse pienamente la realtà naturale e sociale del terremoto e proponesse, a partire dalla necessità della ricostruzione delle zone terremotate, uno sviluppo diverso del territorio basato sull’uso alternativo delle risorse ambientali locali e sulla difesa della identità culturale.
Il ruolo della scuola nell’intervento di animazione
All’interno di questa operazione complessiva di animazione socio-culturale, la scuola viene scelta come ambito di applicazione e verifica delle ipotesi culturali definite nel 1981 in occasione del primo periodo di permanenza, che si era caratterizzato soprattutto come fase preliminare di ricerca. Tali ipotesi, a partire dalla questione terremoto, ponevano la necessità di un diverso rapporto uomo-natura e di un recupero-rivisitazione della cultura popolare locale come elemento di identità.
Si sceglie di proporre alla scuola una metodologia attiva di lavoro didattico, capace di sviluppare la ricerca sul territorio a livello di scuole medie e, a livello di scuole elementari, di interpretare i contenuti proposti utilizzando chiavi di lettura che, come il fantastico, sono specifiche del modo di rapportarsi che il bambino ha con la realtà.
A partire da queste preoccupazioni e con questo « taglio » erano stati costruiti, sulla base degli e1ementi raccolti nel 1981, dei materiali per la didattica: in particolare un libretto-favola per le elementari, delle schede di ricerca per le medie ed un audiovisivo per la popolazione adulta.
Nel periodo di permanenza del 1982 si distribuisce il materiale-stimolo nei Comuni di Pescopagano, Muro Lucano, Balvano ed in alcune situazioni si stringono positivi rapporti di concreta collaborazione.
Si promuovono anche articolate attività di animazione in diverse scuole, in particolare con le classi terze della Scuola Media Pascoli di Muro Lucano, dove ci si inserisce nella programmazione producendo un « murales » e realizzando con la tecnica del cartone una grande scenografia a forma di albero sul tema « albero come vita-sviluppo » .
In alcuni casi queste attività vengono proposte al territorio e risultano momento di aggregazione sociale che la scuola, in collaborazione con l’Ente locale, propone alla comunità per una celebrazione vitale e di speranza del 23 novembre.
Positiva è anche la diffusione capillare dei materiali didattici e la collaborazione avuta con le scuole medie, per verificare sul campo l’ipotesi messa lottando la metodologia del a fuoco nel 1981 e che aveva occasionato la produzione di schede di ricerca.
Dalla valorizzazione della cultura locale una nuova cultura dell’ambiente
I dati raccolti dai ragazzi infatti risulteranno alla fine conferma dell’ipotesi che, a livello di cultura popolare, è possibile parlare di elementi di una cultura locale del terremoto ricca ed articolata (del terremoto parlano detti e proverbi, esiste un santo protettore, un mitico personaggio, ecc.). Questa cultura è stata soppiantata dalla cultura odierna, consumistica e banalmente tecnica, che però si è rive1ata drammaticamente incapace di fornire strumenti per « convivere col terremoto ».
In questa occasione quindi l’animazione socio-culturale è stato lo strumento usato dalle scuole per cercare di recuperare quanto di ancora valido esprime la cultura popolare locale e di mettere a fuoco l’esigenza di una nuova cultura, realmente attenta alla dimensione ambientale.