luglio 30, 2014
Clima e narratività
Clima e narratività
di Roberto albanese
INDICE
- Premessa: l’importanza di una pedagogia narrativa
- Il racconto di eventi e fenomeni
- La narrazione artistico / letteraria
- I racconti delle tradizioni popolari
- I miti e le narrazioni epiche
- Le narrazioni in immagini dell’industria culturale di massa
- Caratteristiche del racconto elementare
- Bibliografia
1) Premessa: l’importanza di una pedagogia narrativa
Una società complessa e profondamente tecnologicizzata come la nostra cambia in profondità gli elementi che finora hanno caratterizzato il mondo giovanile; conseguentemente ogni proposta di Educazione Ambientale non può fare a meno di misurarsi con gli specifici connotati esistenziali e modalità percettive della realtà che oggi sembrano caratterizzare le nuove generazioni sempre più esposte all’influenza di mass media e new media.
La sovraesposizione ai media televisivi e una fruizione esasperata di prodotti multimediali comporta il rischio di una “confusione” tra realtà e sua rappresentazione, mentre la pratica dello zapping influisce sul sistema cognitivo in termini di frammentazione della percezione. Anche l’avventura proposta da molti multimedia è comunque chiusa nei confini di mondi virtuali, affascinanti ma irrimediabilmente decisi e configurati in modo esterno rispetto al ragazzo fruitore. Del resto Il modello comunicativo dello spot / videogame predispone ad assumere atteggiamenti semplicemente reattivi e a comportamenti meramente ripetitivi, senza sedimentare un senso della realtà che sia invece profondo, responsabile e creativo.
Come evitare quindi che l’attuale sovrabbondanza di immagini ed effetti speciali uccida l’immaginazione dei nostri ragazzi?
Raccontare la realtà significa che in qualche modo se ne è diventati padroni, in quanto da essa se ne è ricavato un senso; nella narrazione non è tanto rilevante il fatto che quanto viene raccontato sia necessariamente corrispondente alla verità oggettiva, ma piuttosto che ciò sia comunque aderente all’interprete e a chi sta lo ascoltando.
Narrare le cose significa aver trovato il modo per astrarsi dalla dimensione istantanea dell’esperienza quotidiana, di cui si è colto un prima e un possibile dopo; ci si misura con il tempo ma soprattutto (ed è questo quello che conta …) si sta incominciando a vivere tale dimensione con consapevolezza.
Quando si racconta si assumono responsabilità verso gli altri, con i quali s’interloquisce, inizialmente per trovare ascolto e consenso e successivamente anche per interagire e costruire nuovi sviluppi all’interno di una storia, che a questo punto diventa patrimonio comune.
Se si parla dell’ambiente e dei suoi problemi, ci si misura – tra l’altro – con la necessità che i ragazzi siano in grado di interpretare i dati rilevati nel territorio e le informazioni scientifiche acquisite durante la fase della ricerca. E’ questa un’interpretazione non tecnicistica ma esistenziale, che non concepisce gli elementi quantitativi come fine a se stessi o all’interno una concezione cumulativa di un sapere orchestrato da lontani detentori ma come componenti di una scena che richiede di essere animata con un’azione da protagonisti, cioè pur sempre con una storia.
La narrazione per essere sentita come propria deve saper penetrare nelle profondità dell’animo umano, dove la persona colloca i sentimenti più veri e immodificabili, che la realtà esterna viene a sollecitare e stimolare. La forza atavica d’emotività ed emozioni è tale che queste, qualora non trovino una qualche espressione, possono essere vissute in modo devastante e distruttivo. Per l’umanità, le narrazioni – dal racconto storico, alla fiaba al mito – sono sempre state antidoti a tale possibile disgregazione. Il mito di Persefone, ad esempio, esorcizzava il timore dell’umanità per l’eventualità che la natura non sapesse risvegliarsi dal riposo invernale.
La fiaba invece, evidenzia John Ronald Reuel Tolkien nel suo relativo saggio, può assicurare a noi tutti – ragazzi ed adulti – ristoro, evasione e consolazione rispetto al nostro vissuto di oppressione, ansia e tensione.
In questa fase d’epocali cambiamenti è richiesta la capacità di costruire nuovi miti, nuove narrazioni che sappiano interpretare positivamente le paure e veicolare le speranze dell’uomo contemporaneo.
Così il mito di Persefone, in realtà, andrebbe ribaltato, in quanto oggi si tratta piuttosto di aver timore di un’innaturale eterna (e per questo in realtà logorante …) “buona stagione” indotta dal ritmo incessante e stabile di un modo di produrre dalle pretese assolute, e che quindi non ammette ritardi, soste o riposi e tanto meno l’alternarsi biologico di cicli climatici stagionali.
La figura di S.Martino invece si presta ad essere metafora del nostro impegno per la protezione del clima: il Nord del mondo deve ridurre il ricorso alle fonti energetiche fossili e deve accettare di condividere lo standard di benessere con paesi del Sud che finora non hanno avuto la possibilità di accedervi; ma insieme dobbiamo assolutamente accontentarci di un unico mantello per evitare la crisi dell’ecosistema terrestre!.
I nostri progetti educativi, se non sapranno appoggiarsi solidamente su questa base affettivo / emozionale oltre che su un motivo d’essere di razionalità – in questo caso – ecologica, non riusciranno a riconciliare persona e ambiente, ecologia ed economia, politica e vita. Per questo una pedagogia narrativa è parte rilevante dei progetti d’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile. In ogni caso lo sforzo per individuare archetipi e di moduli narrativi idonei a comunicare i contenuti dell’impegno in tema di protezione del clima richiederà molto lavoro di ricerca e sperimentazione.
Queste note intendono aiutare coloro che si avvieranno in questo cammino, enucleando e illustrando diversi tipi di percorsi narrativi che hanno incrociato la tematica del clima, del cambiamento dei suoi equilibri e dei conseguenti effetti per l’uomo e per l’ambiente. In questo modo si forniranno materiali stimolo sui quali sarà possibile sviluppare approfondimenti in chiave di ricerca e di successiva creativa autonoma elaborazione narrativa ed espressivo / comunicativa da parte dei ragazzi.
Infine questo intervento si concluderà dando attenzione alle caratteristiche di base del “racconto elementare” che tutti questi percorsi sottendono; un semplice esercizio finale cercherà di dare indicazioni che mi auguro possano essere idonee ad arricchire la “valigia degli strumenti pedagogici” d’ogni docente, al fine di costruire con i ragazzi narrazioni e miti per l’oggi e per un futuro sostenibile.
2) Il resoconto scritto di eventi e fenomeni
Fonti
· Cronache storiche
· Storie di vita
· Reportage giornalistici
· Dossier d’associazioni, gruppi
Tipologia narrativa
¨ Diario descrittivo di quotidianità ed eventi eccezionali, con finalità d’edificazione, d’ammonimento morale o di semplice memoria storica, personale e/o collettiva. Esempio:
racconto dei congelamenti della laguna veneta, di grandi fiumi (esempio il Tamigi e la Frost Fair del 1814);
il diario di d.Francesco dal Negro di Sutrio (Carnia) racconta che l’inverno del 1784 fu talmente rigido che il vino durante una sua celebrazione eucaristica ghiacciava nel calice;
¨ Esperto/i fanno opera di divulgazione di conoscenze di tipo tecnico/scientifico. Esempi:
Gli articoli di Der Rheilandische Hausfreund del 1806 su caldi inverni (fra cui quelli del 1420, 1538 e 1585) e quelli cattivi (fra cui quelli del 1289, 1740 e1812/13);
numeri di National Geographic, Airone, Le Scienze, ecc. sul clima;
¨ Testimone racconta evento catastrofico (vedi pubblicazione del comitato di paese di S.Antonio di Morignone sull’ultima grande catastrofe idrogeologica in Valtellina);
¨ Giornalista di cronaca nera racconta una “fatalità” che potrebbe interessare piuttosto che un evento ritenuto “eccezionale”, alcuni esempi:
L’Appenzeller Kalender, (1819) racconta di un‘enorme slavina avvenuta nella primavera 1818 in Svizzera – dovuta alla crescita del ghiacciaio Getroz. La caduta della slavina ha come conseguenza gravi inondazioni estive nella valle di Banien nel cantone di Wallis;
Il Neuer St. Galler Kalender (1854) ricorda nel luglio 1853 il fohn produce in Svizzera lo scioglimento repentino d’enormi masse di nevi, causando una disastrosa alluvione nel territorio di Werdenberg;
¨ soggetto collettivo descrive e denuncia presunte responsabilità.
3) La narrazione artistico letteraria
Fonti
· Teatro (es. Shakespeare)
· Letteratura: da quella classica (Orazio, Lucrezio, ecc.) a Leonardo, Galileo, Leopardi fino a quella contemporanea
Alcuni esempi
Lucrezio: De Rerum Natura. L’inizio dell’osservazione razionale dei fenomeni meteorologici.
Francois Rabelais: Pantagruel (1532). La nascita dell’eroe – il gigante Pantagruel – coincide con una gravissima siccità, che l’autore descrive brevemente, soffermandosi in particolare ad ironizzare sul ritualismo ecclesiastico-
Alphonse Daudet: In Lettere dal mio mulino (1869), nella parte dedicata ai ricordi d’Algeria, l’autore racconta come, nel Sahel, all’arroventarsi del clima si possa associare il devastante fenomeno dell’invasione di cavallette.
Jerome K.Jerome: In Tre uomini in barca (1889) la polemico ironia dell’autore riguarda anche la meteorologia; le previsioni del tempo sono viste come una vera e propria “frode”.
Joseph Conrad: Tifone (1903). Drammatica narrazione di un evento metereologico estremo incontrato durante una navigazione nei mari della Cina.
Herman Hesse: Il romanzo Peter Camenzind (1904) si descrive, tra l’altro, i problemi idrogeologici che il variare delle condizioni meteorologiche e climatiche crea nelle valli alpine. La novella Il fantasma di mezzogiorno (1905 / 1906) racconta l’esperienza personale dal protagonista che, durante un’escursione, vive il sole come qualcosa di terribile.
John Steinbeck: Al Dio sconosciuto (1933), identificazione panteistica con la natura di un colono americano, messo in ginocchio da una tragica siccità. Furore (1939): l’epopea di una famiglia americana all’epoca della depressione degli anni ‘30, che coincise con una grave siccità e crisi agricola.
James G. Ballard: la quadrilogia di fantascienza che l’autore dedica alle catastrofi prossime venture lega la malasorte del nostro pianeta a eventi meteorologici, come nel romanzo Vento dal nulla (1961), e, nei romanzi Deserto d’acqua (1961) e Terra Bruciata (1964), al cambiamento climatico prodotto dall’uomo.
4) Racconti scritti e orali delle tradizioni popolari
Fonti
· Testi in prosa
· Proverbi
· Fiabe
· Leggende
· Preghiere, riti, feste
Tipologia narrativa
o Ammiccamenti e indicazione di condotte morali o comunque ben ordinate e di comportamenti concreti da seguire. Esempio:
Il sole può essere “cattivo”. Quando il sole è “a picco”, si deve evitare di svolgere qualsiasi attività, perché in queste ore si manifestano i “demoni del meriggio” e si hanno illusioni ottiche (ovvero, si diceva in Lombardia, “balla la veggia”, c’è la “gibigiana”, ecc.)
Yermoloff nel 1905 riportava il seguente proverbio:
Preghiamo il Padre Eterno
Che l’estate sia l’estate
E l’inverno sia l’inverno
Disavventure di uomini, bambini o animali protagonisti di scelte azzardate (es: leggenda lombarda della merla che, tratta in inganno da un mese di gennaio particolarmente mite, di fronte al ritorno del freddo si rifugia in un comignolo, per poi uscirne con le piume tutte nere. A Cremona, inoltre, la leggenda della merla è associata al ricordo del Po ghiacciato).
o Un drago inaridisce la regione, produce incendi … Ad esempio le leggende delle Dolomiti raccontano del drago della Croda da Lago, a Cortina d’Ampezzo.
o La catastrofe climatica dovuta a giganti, streghe, stregoni … (la devastazione della valle del Moll in Carinzia dovuta ad una strega irritata dalla gioia di vivere di alcuni giovani contadini)
o La catastrofe climatica conseguente ad un’offesa subita dagli spiriti tutelari della natura (anquane, fate, ..) o da santi patroni (es.una catastrofe climatica colpisce un contadino maremmano che aveva sfidato il divieto di trebbiare nel giorno di S.Anna)
o La catastrofica modificazione climatica che origina i ghiacciai alpini come conseguenza della punizione divina della malvagità o empietà dei contadini. Ecco alcuni esempi di ghiacciai la cui origine è spiegata in questo modo:
q Marmolada. Sorge nel luogo delle Dolomiti dove un ricco contadino aveva sfidato il divieto di raccogliere il fieno nel giorno della consacrazione alla Madonna della chiesa di Gries.
q Bernina (tra Grigioni e Valtellina) sul pascolo di Rospo, brutto e avaro proprietario, umilia e disprezza.
q Il “giardino di Vreneli”, sulla cima orientale del Glarnisch in Svizzera. Sorge dove una superba ragazza si era intestardita a piantare fiori anche d’inverno.
q I ghiacciai del Cervino. In particolare il colle del Teodulo, il valico valdostano che collega il Breuil a Zermatt. Nevi e ghiacciai coprono un ridente villaggio che non aveva voluto dare ospitalità all’Ebreo Errante.
o Valli e villaggi perduti per catastrofi climatiche. Una leggenda comune ai paesi di Macugnaga, Alagna e Gressoney parla di una amenissima e ricca valle alpina dalla quale gli abitanti dovettero fuggire a causa dell’avanzare dei ghiacciai.
o Il disseccarsi di fonti, fiumi prodotto da orchi, diavoli stregoni o legato all’empietà. Tra le leggende popolari lombarde ve ne sono alcune che narrano di fonti inariditesi perché uno stregone aveva deciso di sedersi sopra al tubo di fuoriuscita dell’acqua. Un’altra leggenda della Brianza racconta invece del disseccarsi del fiume Lambro in conseguenza dell’eresia ariana del re longobardo Autari.
o Il parroco che si oppone alle catastrofi meteorologiche prodotte da spiriti malefici, stregoni … Questo motivo è ben presente nelle tradizioni popolari lombarde;
o Le leggende di santi taumaturghi sono patrimonio delle società contadine; in realtà l’agiografia, partendo dal IX/X secolo, è il genere letterario più diffuso del medioevo europeo. Inizieremo con alcune esemplificazione di vite di santi conosciuti per aver affrontato con miracoli emergenze climatiche nella fase del riscaldamento climatico medievale (VIII-XIII secolo circa) e poi faremo un’analitica e ampia (anche se incompleta) casistica di santi taumaturghi legati al clima.
A. S. Eriberto, arcivescovo di Colonia (970 – 1022) è ricordato per essere riuscito, con la preghiera, a far cadere benefiche piogge sulla città di Colonia (Germania), afflitta dalla carestia e dalla siccità;
B. S. Eurosia di Jaca (di cui si conosce solo la data di morte: 714) è ricordata per aver provocato un’abbondante pioggia, sollevando la popolazione dei Pirenei spagnoli da una grande siccità. Il culto di S. Eurosia ebbe diffusione in particolare in Spagna, sud della Francia e Italia del nord.
Ecco invece l’elenco di santi taumaturghi invocati contro la siccità, per ottenere la pioggia e contro le tempeste.
Contro la siccità
– Angadisma di Beauvais
– Calimero di Milano
– Elia profeta
– Ermengol di Urgel
– Eudaldo
– Francesco Solano
– Gauderico
– Genoveffa di Parigi
– Ingenuino e Albuino di Sabiona
– Notburga di Klettgau
Per ottenere la pioggia:
– Agricolo di Avignone
– Baudino di Tours
– Bennone di Meissen
– Colomba di Sens
– Elia profeta
– Eriberto di Colonia
– Eurosia di Jaca
– Gauderico
– Genzio di Le Beaucet
– Giovanni Nepomuceno
– Libaria
– Orenzio e Pazienza di Huesca
– Scolastica
Contro le tempeste:
– Acisclo e Vittoria
– Cristoforo di Licia
– Domenico di Sora
– Scolastica
In Francia viene data notevole importanza San Medardo e ad altri santi, tra cui San Léobard; ambedue sono considerati santi del tempo che sovraintendono alla pioggia ma anche alla siccità.
Le leggende di santi e personaggi taumaturghi che già durante la loro vita compirono il miracolo di sconfiggere la siccità ricordiamo non riguardano solo l’occidente cristiano. In Cina, ad esempio, si ricorda la poetessa Ono no Komachi (866).
¨ Riti:
§ legati a manifestazioni climatiche avverse:
q Nel 1644, in Francia, a Chamonix, il vescovo coadiutore di Ginevra organizza processioni e benedice i vari ghiacciai che minacciano i villaggi della valle;
q Nel 1653, dopo una partecipata processione, padri gesuiti benedicono il ghiacciaio Aletsch nel nome di S.Iganzio di Loyola, lasciando poi a stabile protezione una statua del santo collocato su una colonna;
q Nel 1719 la parrocchia di Grindelwald, in Svizzera, organizza preghiere pubbliche per ottenere il ritiro del ghiacciaio superiore di Grindelwald;
q Carlo Ravizza descrive in un suo romanzo come, nell’’800, in una comunità di contadini brianzoli si arriva a promuove e realizzare una “processione col Crocefisso dei morti del contagio” al fine di sconfiggere una pesante siccità.
§ Riti cerimoniali propiziatori
Le Rogazioni. Ovvero percorsi professionali per i campi e il territorio, che venivano benedetti per prevenire calamità, evitando quindi cattivi raccolti.
i “tridui” di preghiera, la campanella di Loreto, i ceri benedetti alla Candelora, il ramoscello d’ulivo (Domenica d. Palme) contro le “disgrazie del maltempo”;
Il Cha Cha’ac che da secoli si ripete nello Yucatan. Ogni anno i contadini presentano offerte a Chaac, dio maya della pioggia, costituite animali e da pani di mais e zucca decorati con simbologie cristiane.
5) La narrazione mitica e le narrazioni epiche
Fonti
· Libri sacri
· Opere d’arte
· Opere letterarie
· Tradizioni orale
Tipologia narrativa
¨ Il dio sole e perturbazioni nel percorso che questi compie con il suo carro, barca …
¨ L’uso improprio da parte da parte di una divinità di prerogative proprie o di altro dio (es.guida del carro solare)
¨ La vendetta del dio solare o della fertilità per affronti dell’uomo
¨ Errori e imprevisti nella fase di creazione del mondo:
Gli dei degli Atzechi si accorgono di avere bisogno che uno di loro diventi lo splendente astro solare. Nanahuatl e Tecuciztecatl sono costretti ad autoimmolarsi; così prima che Nanahuatl diventi il nuovo dio sole, la terra rischia di inaridirsi e bruciare perché per un certo periodo nel cielo splendono due astri
¨ Aspetto di mito apocalittico:
Nella tradizione dell’induismo brahmanico Visnu aiuta il dio Manu a salvarsi da una catastrofe apocalittica, che prima disseccherà la terra poi l’inonderà.
Nella tradizione culturale mesopotamica-babilonese si narra che il dio Enki risparmia il saggio Atrahasis dal diluvio, che è preceduto da siccità, carestie e malattie.
– Aspetto di mito della morte e dell’oltretomba:
Baal, dio mesopotamico della fertilità e della vegetazione, contrasta con effetti alterni il dio dell’oltretomba Mot, capace di inaridire e devastare la terra
La scomparsa di Telepinu, dio della fertilità e della vegetazione degli Hattii, popolazione preittita dell’Anatolia
La siccità e la desolazione estiva in Mesopotamia viene spiegata dai Sumeri con la scomparsa periodica del semi-dio Dumuzi, consorte della dea della fertilità Inana
o L’impresa di eroi che, riscattando l’umanità dall’aver infranto vincoli sacrali, risanano la terra dalla catastrofe:
La ricerca del Graal da parte dei cavalieri della Tavola Rotonda. Il cavaliere che è ammesso alla sua presenza, ottiene di risanare il re ferito e di ridare fertilità alla terra inariditasi dopo il gesto sacrilego.
6) La narrazione in immagini dell’industria culturale di massa
Fonti
· Fumetti
· Film
· Videogames
· Giochi di ruolo
· TV (divulgazione scientifica, TG, spot, cartoon, fiction,video clip)
· Romanzo fantasy
· Pubblicità
· Siti INTERNET
Tipologia narrativa
¨ i fenomeni naturali come spettacolo da contemplare e sfida per nuovi “eroi” e “supereroi”
¨ la catastrofe climatica prodotta da un’oscura entità in lotta contro l’umanità (scienziato folle, mega-criminale, invasori alieni, personaggi dotati di poteri magici …)
¨ un cataclisma cosmico (cometa, asteroide, ecc.) produce effetti devastati sulla terra
¨ una guerra nucleare o piuttosto il dissennato sviluppo industriale inaridisce la vita sul pianeta
Esempi tratti da fumetti per ragazzi
Storie pubblicate in Topolino:
– Topolino e il malfattore meteorologico,n.1647 del 21.6.87;
– In corsa contro … il tempo, da Mega-Almanacco, 404, 8.’90;
– Pianeta stropicciato, ibidem;
– Zio Paperone e l’acqua alta.
Esempi tratti da produzioni cinematografiche disponibili anche in versione Home Video
o Furore. Regia di John Ford (1940). Trasposizione cinematografica d’autore del già citato romanzo di John Steinbeck.
o Twister. Regia di Jan De Bont (1996). Avventurosa storia di un gruppo di ricercatori “cacciatori di tornado” che, dopo svariate peripezie riesce a sperimentare con successo un innovativo sistema di monitoraggio per allertare le popolazioni.
7) Caratteristiche del racconto elementare
Il racconto risponde ad una struttura di base che, iniziando dalla descrizione di una condizione di stabilità iniziale, inserisce elementi che producono una dinamica di rottura / passaggio verso un nuovo equilibrio, una differente realtà nella quale si configura una nuova situazione statica, comunque radicalmente diversa rispetto a quella d’origine.
Il passaggio da un equilibrio all’altro può avvenire sulla base di una trama narrativa più o meno ricca, attraverso comunque un percorso a “spirale”. Percorso che, in particolare per quanto riguarda la fiaba, si chiude positivamente su un nuovo equilibrio grazie al verificarsi, annota Tolkien, di una “buona catastrofe” , ovvero di un improvviso “capovolgimento gioioso”.
Il seguente schema illustra questi concetti specificandoli all’interno del ciclo epico della ricerca del Graal.
CARATTERISTICHE DEL RACCONTO ELEMENTARE
Situazione: la ricerca del Graal da parte dei cavalieri della Tavola Rotonda, la loro più grande e ultima avventura
“A”
“B”
EQUILIBRIO INIZIALE
ROTTURA / PASSAGGIO
NUOVO EQUILIBRIO
STATICA
DINAMICA
STATICA
1) E’ il tempo in cui Artù regna su tutta la Brittania. Una regione del nord è governata dal re Pellam di Listinoise
2) Balin il Selvaggio penetra a Castle Carbonek e ferisce re Pellam con una lancia sacra, violando anche il talismano del Graal che proteggeva il regno
3) Il regno si trasforma in una landa desolata; solo il cavaliere più valoroso di tutti potrà allontanare da questa siccità e carestia
4) A Camelot arriva la notizia, forse portata da Merlino, forse dai trovatori, che una regione del nord versa in questa situazione
5) I cavalieri di Artù lasciano il castello e così la compagnia comincia a dividersi e ognuno di questi si dedica alla sua personale avventurosa ricerca
6) Galahad, il più giovane e valoroso di tutti i cavalieri raggiunge Castle Carbonek. Pronunciata l’antica formula con cui si invocava il potere del Graal, è ammesso alla conoscenza del mistero di questo, ottenendo di risanare il re e di ridare fertilità alla terra
8. Bibliografia
Storia
¨ ALAN WYKES, An Eye on the Thames, Jarrolds, Londra, 1966;
¨ LE ROY LADURIE, Tempo di festa, tempo di carestia. Storia del clima dall’anno mille, Einaudi, Torino, 1982;
¨ DARIO CAMUFFO, Clima e uomo, Garzanti, Milano, 1990.
Cultura religiosa
¨ GIGI CAPPA BAVA STEFANO JACOMUZZI, Del come riconoscere i santi, SEI, Torino, 1993;
¨ ANDREA MALOSSINI, Dizionario dei santi patroni, Vallardi / Garzanti, Milano, 1995;
¨ ALFREDO CATTABIANI, Santi d’Italia (2 voll.), BUR, 1999.
Tradizioni popolari
¨ LIDIA BEDUSCHI (a cura di), Fiabe lombarde, Oscar Mondadori, 1986;
¨ DARIO CAMUFFO, Clima e uomo, Garzanti, Milano, 1990;
¨ ALBERTO MARI, LUISA RUBINI, Il libro delle stagioni, Oscar Mondatori, Milano, 1992;
¨ ULRIKE KINDL, Le Dolomiti nella leggenda, FK, Bolzano, 1993;
¨ ALBERTA DAL BOSCO CARLA BRUGHI, Entità fatate della Padania, Ed.Terra di Mezzo, Milano, 1993;
¨ LUISA FERRARI TRECATE, Il gigante e la montagna, La Spiga, Milano, 1998.
Mitologia
¨ DARIO CAMUFFO, Clima e uomo, Garzanti, Milano, 1990;
¨ MICHAEL JORDAN, Miti di tutto il mondo, Oscar Mondatori, Milano, 1998.
Letteratura
¨ FRANCOIS RABELAIS, Pantagruel (1532), Larousse, 1983;
¨ ALPHONSE DAUDET, Lettere dal mio mulino (1869), ed.it., La Spiga, Milano, 1995;
¨ JEROME K.JEROME, Tre uomini in barca (1889), ed.it., Editoriale Opportunità Book, Milano, 1995;
¨ JOSEP CONRAD, Tifone (1903), ed.it., Fratelli Melita Editori, La Spezia, 1992;
¨ HERMAN HESSE, Peter Camenzind (1904)
¨ HERMAN HESSE, Il fantasma di mezzogiorno (1905 / 1906), ed.it., Newton, Roma, 1997;
¨ JOHN STEINBECK, Al Dio sconosciuto (1933), ed.it., Oscar Mondatori, Cles (TN),
1979;
– JAMES G. BALLARD, Il vento dal nulla, Deserto d’acqua, Terra Bruciata, Foresta di cristallo, ed.it., Arnoldo Mondatori Editore, Milano