Per un “euronucleo” di cittadini europei

Il punto sullo stato dell’arte della cittadinanza europea e la proposta di costituire un “Euronucleo dei cittadini europei” aperto a tutti coloro che intendono praticare in modo militante e dichiarato uno stile di vita comune tra i cittadini europei. Per legare la dimensione politico/istituzionale dei diritti umani, della pace e della salvaguardia dell’ambiente con la sfera della quotidianità

Indice

  • Europa: tra esigenze di legittimazione democratica e strumentalizzazioni
  • Agire per costruire una larga cittadinanza europea
  • Concetto di cittadinanza e cittadinanza europea: un approfondimento
  • La costruzione di una cittadinanza europea: lo stato dell’arte
  • Un “Euronucleo dei cittadini”

Europa: tra esigenze di legittimazione democratica e strumentalizzazioni

In più di una situazione è stato evidenziato il deficit di legittimazione democratica che ha caratterizzato la nascita e lo sviluppo delle istituzioni europee, anche se invece non molti sono stati gli esponenti politici che hanno cercato positive vie di uscita da questo stato delle cose. Fra questi ricordiamo, come figura più rilevante, Alexander Langer, primo capogruppo dei verdi al Parlamento Europeo, che, come testimonia la raccolta dei suoi interventi “Vie di pace – Frieden Schliessen” (Mezzocorona – TN; 1992) fu un infaticabile tessitore di dialoghi di pace.

Nel nostro Paese, proprio a ridosso dell’entrata in attività della Convenzione Europea che dovrà definire le linee di quella che sarà la futura costituzione europea, infuria la polemica e alcuni cercano di strumentalizzare questo problema invece di cercare di risolverlo.

Così assistiamo oggi (e non solo in Italia…) all’agitarsi di quei politici che hanno costruito la propria fortuna sulla strumentalizzazione di egoismi e particolarismi locali. Questi, dopo anni in cui hanno sostanzialmente “snobbato” la prospettiva europea, oggi si lanciano in una crociata anti-Europa in nome dei diritti inalienabili dei popoli.

Lasciamo a questi il gusto di fare politica agitando spettri e fantasmi e concentriamoci invece su cosa può fare chi opera per cercare di dare una mano a risolvere i problemi di una effettiva e profonda democratizzazione di questa Europa Unita che, ci auguriamo, stia veramente per nascere.

Agire per costruire una larga cittadinanza europea

Ora, stando ai risultati di ricerche e sondaggi, sembra che il 67% dei cittadini dell’Europa dei quindici vorrebbe una costituzione europea; ma nessun governo pensa di mobilitare questa maggioranza di cittadini che parrebbe “euroentusiata”. Eppure l’esigenza di dare un progetto alla costruzione dell’Europea non è da ritenersi come questione che riguardi solo politici “addetti ai lavori”.

Ma allora che fare per saldare le nascenti istituzioni europee alla realtà dei cittadini e delle comunità locali, saldatura di cui si sente un grande bisogno al fine di poter governare la globalizzazione planetaria in modo coerente con la dimensione dei diritti umani, della pace e della salvaguardia dell’ambiente di cui l’Europa è più di altri titolata ad essere portatrice?

Un terreno concreto di impegno può essere quello della cittadinanza europea, agendo per accelerare il definirsi e la messa in pratica di un comune insieme di diritti e di prerogative agite in modo pieno e ricco.

E poi quali strumenti, in particolare di tipo educativo, potrebbero essere usati al fine di rendere concretamente palpabile e praticabile dai cittadini tale dimensione di cittadinanza europea?

Vediamo preliminarmente quali sono i problemi che rendono questa idea di non facile realizzazione e al tempo stesso quali modalità operative potrebbero essere proposte per accelerarne la messa in pratica.

Concetto di cittadinanza e cittadinanza europea: un approfondimento

La cittadinanza si lega al concetto di sovranità, che si connette all’esistenza di uno Stato. Il nostro ordinamento giuridico prevede che, ad alcune condizioni e in relazione a particolari vicende personali (es.matrimonio), sia possibile avere una doppia cittadinanza, sempre comunque legata all’esistenza di due Stati.

Nella storia romana è esistita una distinzione tra due diritti e due cittadinanze, legate all’etnia di appartenenza (dove si applicava jus gentium) piuttosto che allo stato romano.

Oggi la cittadinanza europea si caratterizza come cittadinanza integrativa rispetto a quella originaria del singolo. Infatti l’articolo 17 del trattato che istituisce la Comunità europea precisa: “È istituita una cittadinanza dell’Unione. È cittadino dell’Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro. La cittadinanza dell’Unione costituisce un complemento della cittadinanza nazionale e non sostituisce quest’ultima.”

In pratica, la cittadinanza europea garantisce a ogni cittadino di uno Stato membro dell’Unione europea i seguenti quattro specifici diritti:

· la libertà di circolare e di soggiornare sul territorio degli Stati membri;

· il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali e alle elezioni del Parlamento europeo nello Stato membro di residenza;

· il diritto di poter beneficiare, sul territorio di un paese terzo in cui lo Stato membro di appartenenza del cittadino non sia rappresentato, della tutela diplomatica e consolare di qualsiasi Stato membro;

· il diritto di petizione al Parlamento europeo e di ricorso al mediatore europeo.

Già a questi livelli non tutto è scontato. Esistono infatti non poche diversità tra le leggi elettorali nazionali che regolamentano l’elezione al Parlamento Europeo. Ad esempio per quanto riguarda l’età alla quale corrisponde l’elettorato attivo, che oggi varia a seconda dei paesi tra i 18 e i 25 anni. Ecco quindi l’esigenza di una legge elettorale europea comune, che superi quelle attualmente esistenti

L’Unione Europea ha, da sempre, proclamato la propria scelta di campo ed impegno per il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, confermando esplicitamente il proprio impegno riguardo i diritti sociali fondamentali, che sono stati configurati a Nizza in una specifica Carta dei Diritti, che costituisce un cospicuo elenco. Questa riunisce quindi in un unico testo i diritti civili, politici, economici, sociali finora enunciati in fonti diverse, internazionali, europee o nazionali

Il Trattato di Amsterdam prevede poi delle procedure per la salvaguardia di tali diritti; cosicché gli Stati membri possono essere sanzionati in caso di mancato rispetto. Inoltre sempre il Trattato di Amsterdam ha attribuito formalmente alla Corte europea di giustizia il potere di vigilare sul rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali da parte delle Istituzioni europee.

In ogni caso, ci troviamo in una situazione comunque diversa – forse più articolata e ricca – rispetto a quella che più di due secoli fa diede origine alla costituzione degli USA, costituita solo da 7 articoli, senza alcun elenco di diritti di cittadinanza.

La costruzione di una cittadinanza europea: lo stato dell’arte

Ma in realtà, in sostanza, a che punto siamo della costruzione di una cittadinanza europea?

Ora il concetto di cittadinanza presuppone l’esistenza di tre elementi: territorio, governo, popolo.

Ovvero possiamo ritenerci cittadini quando facciamo parte di una comunità dislocata su un territorio e che è governata da un’unica istituzione rappresentativa.

Facciamo quindi il punto dello “stato dell’arte” esaminandola da queste tre diverse angolature.

Governo: non c’è un governo europeo “intero” ma siamo piuttosto in presenza di un governo in fieri. Il Parlamento – che è già scelto dal popolo – non elegge infatti un governo, ma comunque può censurare la Commissione, ovvero l’istituto che attualmente si configura come il “governo” europeo e che viene espresso di concerto dai vari governi nazionali.

Territorio: certo ora esiste più un mercato che uno spazio europeo definito. Però siamo anche in presenza di altre interazioni, oltre a quelle strettamente economiche, che si manifestano proprio in quello che può essere definito come un territorio europeo tendenzialmente comune. Penso, ad esempio, alla ricchezza di scambi e incontri tra la società civile europea (a mio avviso fortemente integrata) o alla mobilità legata al turismo culturale europeo. Mobilità che ripercorre un comune spazio geografico nel quale storicamente hanno già interagito tante scuole e comunità d’arte accomunate da tensioni spirituali condivise.

Popolo. In realtà forse l’aspetto più problematico è rappresentato proprio dai cittadini. Infatti se esistono punte di elevata integrazione e convergenza – penso ai giovani e in particolare al modo comune di sentire che tra questi si manifesta – siamo poi anche in presenza di situazioni di localismo chiuso che escludono le diversità e ogni universalismo, compreso quello europeo. Un localismo che costruisce nelle menti nuove separazioni e confini geografici, ignorando invece come proprio il territorio spesso nasconda antiche comunanze continentali che sono state spezzate e poi occultate nella fase storica che ha visto il modello dello Stato / Nazione affermarsi su scala europea .

E’ quindi a questo livello del comune riconoscersi in una unica identità collettiva che vanno fatti gli sforzi maggiori, inventando forme creative per farci popolo della nuova Europa.

Certo si tratterà di realizzare modalità concrete che attuino la cittadinanza europea in una prospettiva generale proprio a partire da dove questa appare più matura, come ad esempio il mondo giovanile. Penso quindi che in tempi rapidi sia possibile andare alla costituzione di un esercito e un servizio civile comune che riguardi tutti i giovani europei.

Ma al tempo stesso ritengo che un passo di prioritaria importanza sia quello di associare i cittadini (e specificatamente queste punte di elevata integrazione e convergenza) allo sforzo del costituente europeo e, più in generale, allo sforzo di integrazione comunitaria.

Un “Euronucleo dei cittadini”

E’ stato evidenziato che “in termini geopolitici, il progetto di integrazione europea implica l’Euronucleo”, ovvero una Confederazione Europea dentro una più ampia Unione Europea ridefinita dall’ “allargamento” ai paesi dell’Est.

Questo intervento propone che la stessa cosa avvenga tra i cittadini, dove possa affermarsi ed essere praticata in “modo militante e dichiarato” una “nobiltà” dello stile di vita europeo, che si basi sulla semplicità e sul bello, sul basso tenore di consumo energetico ed alti livelli di efficienza ed innovazione tecnologica, sulla convivenza, sull’equità e la solidarietà nelle relazioni economiche interne ed estere, sul rispetto dei valori ambientali e culturali tradizionali e sulla tensione a metterli in dialogo attivo con l’oggi.

Penso a qualcosa, ad un richiamo simbolico che attribuisca la possibilità di esercitare una cittadinanza attiva europea comune a tutti i cittadini del nostro continente interessati a spendersi concretamente per tradurre in pratica nella quotidianità la Carta dei Diritti, trasformandola così in uno stile di vita dichiarato.

Ecco quindi la proposta di un “Euronucleo di cittadini” che dia vita ad altre forme di “cooperazione rinforzata” tra i cittadini europei disponibili a sperimentare una maggior integrazione di comportamenti e stili di vita.

Si tratterà di assicurare una traduzione organizzativa ma anche simbolica di questa prerogativa, sull’esempio della funzione della moneta, che è di identificazione simbolica e non solo pratica, rispetto all’integrazione a livello di mercato economico comune europeo.

Il pensiero va a qualcosa di simile alla funzione che aveva l’Ordine del Toson d’Oro nel legare i destini delle grandi famiglie aristocratiche agli interessi e alle prospettive dell’Impero.

E perché non pensare in chiave fantapolitica che l’attuale “Gran Maestro”, Otto d’Asburgo – bruciando sul tempo i politici ufficiali – non possa proporre una nuova “versione” democratica dell’Ordine, in una prospettiva questa volta funzionale agli interessi di una nascente confederazione o, ancora meglio, federazione europea?

Roberto Albanese

http://www.greenman.it

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