settembre 23, 2009
Mobilità sostenibile
Dalla constatazione degli effetti negativi del traffico urbano automobilistico e dalla previsione di ulteriore crescita futura della domanda di mobilità urbana deriva la necessità di adottare urgentemente una strategia integrata di intervento per la disincentivazione del trasporto privato e il miglioramento dell’offerta di trasporto collettivo.
Indice:
- Gli effetti negativi del traffico urbano automobilistico
- La strategia di intervento per una mobilità sostenibile
- Il Mobility Management
- Per una mobilità sostenibile
- Cos’è il carpooling
- Progetto di servizio carpooling attuato attraverso i nuovi media
- Il ruolo dei Comuni
Gli effetti negativi del traffico urbano automobilistico
Il traffico urbano automobilistico produce effetti negativi che, nel loro insieme, costituiscono forse la più rilevante emergenza delle aree urbane nazionali ed europee. La tabella seguente li riassume in modo schematico.
Le previsioni indicano una crescita della domanda di mobilità urbana nei prossimi anni del 1-2% il che significa che, in assenza di decisi interventi correttivi, la situazione è destinata solo a peggiorare.
Effetti negativi del traffico urbano automobilistico (Tabella)
Inquinamento atmosferico da monossido di carbonio, ossidi di azoto, benzene, articolato (PM10)
Recenti stime dell’OMS indicano, ad esempio, che il solo PM10 è responsabile a livello europeo di circa 80.000 morti annue
Inquinamento acustico Stime OMS indicano che oltre il 90% della popolazione è esposta per la maggior parte del tempo, a causa del traffico, a rumori di intensità superiore a 55 dB e circa il 27% ad intensità superiori a 75 dB.
Incidenti Recenti statistiche ISTAT indicano che oltre il 70% di questi avviene in ambito urbano con oltre il 40% dei morti a livello nazionale (con 2.500 morti all’anno, principalmente pedoni, ciclisti e motociclisti) ed il 70% dei feriti (circa 180.000 all’anno)
Danni paesaggistici Circa il 15% del territorio è occupato da strade e parcheggi
Danni sociali Strade e parcheggi creano un effetto barriera fra le varie zone urbane che, associato all’assenza di trasporti collettivi adeguati, limita l’accessibilità a servizi e territorio ad alcune categorie sociali non autosufficienti (anziani, bambini, portatori di handicap, non possessori di autovettura)
Inefficienza tecnico economica derivante dalla congestione La perdita di tempo da traffico è stata stimata da studi condotti a livello europeo in circa il 2% del PIL
La strategia di intervento per una mobilità sostenibile
E’ quindi inevitabile predisporre urgentemente una strategia di intervento che preveda insieme la disincentivazione del trasporto privato e il miglioramento dell’offerta di trasporto collettivo, su gomma e soprattutto su ferro.
Questa strategia per una mobilità sostenibile richiede, più in generale, una programmazione globale del territorio (urbanistica, ambientale, energetica …) insieme ad un nuovo approccio organizzativo del tema della mobilità, attraverso il c.d. Mobility Management, senza trascurare l’attivazione di progetti dimostrativi di condivisione del mezzo di trasporto automobilistico (carsharing e carpooling) e altre soluzioni, come il taxi collettivo in ambito urbano.
Se i provvedimenti basati su prescrizioni costrittive sono inapplicabili, inefficaci e quindi talora controproducenti, notiamo d’altronde il proliferare da parte pubblica di “studi” dagli incerti contorni e dai tempi biblici e di campagne di sensibilizzazione del tutto generiche e che quindi si rivelano poi come iniziative meramente di facciata e di immagine.
Purtroppo siamo quindi ancora ben lontani dal disporre di adeguate strategie di promozione adeguate, ovverosia capaci di incidere sui comportamenti individuali e collettivi perché basate sulla comunicazione concreta di come l’ente pubblico agisca per modificare le condizioni strutturali della mobilità urbana in chiave di sostenibilità, tenendo aperto un rapporto di dialogo con i cittadini.
Ben vengano quindi tutte quelle iniziative finalizzate ad utilizzare in tal senso le opportunità di informazione mirata e di interazione offerte dai nuovi media.
Quindi, se è di tuo interesse conoscere un’interessante esperienza che cerca di andare in tale direzione, ti suggeriamo di visitare la nostra pagina WEB che parla del progetto carpooling.
Il Mobility Management (Scheda)
Il Mobility Management è un approccio orientato alla gestione della domanda di mobilità, in particolare per gli spostamenti sistematici casa-lavoro, sviluppando concetti e strategie volti ad assicurare la mobilità delle persone in modo efficiente basandosi sull’informazione, la comunicazione, il coordinamento e l’organizzazione.
Questi concetti sono stati ripresi dalla normativa italiana con il “Decreto Ronchi” sulla mobilità sostenibile nelle aree urbane emanato il 27 marzo 1998. Il provvedimento in particolare propone che tutte le aziende e gli enti pubblici con più di 300 dipendenti per unità locale e le imprese con complessivamente oltre 800 dipendenti debbano identificare un Mobility Manager che ottimizzi gli spostamenti sistematici dei dipendenti riducendo l’uso dell’auto privata e adottino il Piano degli spostamenti casa-lavoro.
Tale piano è un documento direttivo che include servizi e attività di mobility management, nonché la loro implementazione. Esso è lo strumento di base a livello aziendale avente l’obiettivo di ridurre la dipendenza dall’auto privata, ma può anche essere concepito come un piano per un determinato quartiere o per un certo gruppo target dell’intera città, oppure per una zona industriale o commerciale.
Un piano della mobilità richiede sforzi di coordinamento e consultazione con imprenditori / dipendenti, aziende di trasporti, autorità locali, cittadini, ecc. E’ importante guadagnare consensi tra i soggetti coinvolti dal piano della mobilità e consultarsi con tutti per assicurare che le misure selezionate abbiano il più ampio supporto possibile. Lo stesso decreto propone l’istituzione presso l’Ufficio Tecnico del Traffico, o presso il servizio cui è stato affidato l’incarico di attuare il piano del traffico, di una struttura di supporto e coordinamento dei responsabili della mobilità aziendale, che mantenga i collegamenti con gli uffici comunali e le aziende di trasporto.
Per una mobilità sostenibile
Dalla constatazione degli effetti negativi del traffico urbano automobilistico e dalla previsione di ulteriore crescita futura della domanda di mobilità urbana deriva la necessità di adottare urgentemente una strategia per una mobilità sostenibile, che integri azioni per la disincentivazione del trasporto privato e interventi di miglioramento dell’offerta di trasporto collettivo.
Il miglioramento dell’offerta di trasporto collettivo deve passare sia attraverso il potenziamento delle infrastrutture ma può al tempo stesso valersi dell’introduzione di una gamma di servizi di trasporto diffusi sul territorio che richiedono investimenti bassi e consentono un completamento e un’integrazione del trasporto pubblico.
Cos’è il carpooling
Attualmente le nostre strade sono popolate da automobilisti che, in numero sempre maggiore, percorre, senza esserne a conoscenza, lo stesso tragitto di altri, ad esempio per accompagnare i propri figli a scuola oppure per recarsi sul posto di lavoro. Spesso in tali spostamenti si valicano anche i confini della propria città.
Questa realtà appesantisce il traffico urbano automobilistico, contribuendo ad aggravarne gli effetti negativi che, nel loro insieme, costituiscono forse la più rilevante emergenza delle aree urbane nazionali ed europee.
Qui si inserisce la proposta carpooling, che prevede che gli spostamenti su mezzo privato possano essere effettuati da equipaggi che condividono uno stesso veicolo, contribuendo di conseguenza ad una riduzione del traffico stradale. Non è solo una proposta teorica, in quanto il carpooling ha avuto un’ampia e positiva sperimentazione negli USA (in particolare in California).
Il progetto che qui viene presentato si propone di dare una soluzione mirata ad alcuni aspetti problematici relativi alla mobilità veicolare nel territorio nazionale, mettendo in contatto fra loro tutti quei cittadini, automobilisti e non, che appunto percorrono lo stesso tragitto nella medesima ora.
I benefici derivanti dall’attuazione di un progetto di questo tipo sono sostanzialmente quattro:
riduzione del traffico;
risparmio economico;
benefici per l’ambiente;
benefici per la salute.
Progetto di servizio carpooling attuato attraverso i nuovi media
Si può così delineare un progetto di attuazione del servizio di carpooling da fornire ai cittadini imperniato sull’uso di un sito Internet in abbinamento con sistemi telefonici SMS (attivabili dal sito) e call center (forniti dai comuni). Tale progetto è stato ideato dalla società Shena digital 2 human di Brescia, che ringraziamo per averci fornito le informazioni qui riportate.
Il sito consente di indicare quali sono i percorsi abituali effettuati, indicandone la frequenza e l’orario. A fronte delle indicazioni date, costituisce gli equipaggi notificando a chi offre il proprio mezzo quali sono i possibili passeggeri. A questi ultimi verrà invece notificata l’avvenuta formazione dell’equipaggio e degli orari stabiliti; il tutto tramite sms oppure eMail.
I percorsi possibili si riferiscono sia a quelli cittadini, utili per gli spostamenti casa-ufficio o casa-scuola, che autostradali tra città e città. Lo stesso utente può offrirsi di fornire un passaggio su un certo percorso e richiedere nel contempo un passaggio su un altro percorso, ovviamente in orari diversi; ad esempio può offrire un passaggio tutti i giorni lavorativi per il percorso Brescia-Milano tramite l’autostrada A4 e richiedere un passaggio , sempre tutti i giorni lavorativi, dal parcheggio di Cascina Gobba di Milano fino a piazza Dante.
Rivolgendosi a tale via eMail a llongoni@shena.it si potranno ricevere ulteriori informazioni sul progetto.
Il ruolo dei Comuni
L’azione proposta è in fondo una concretizzazione operativa del concetto del c.d. Mobility Management, cioè di quel approccio orientato alla gestione della domanda di mobilità, in particolare per gli spostamenti sistematici casa-lavoro, sviluppando concetti e strategie volti ad assicurare la mobilità delle persone in modo efficiente basandosi sull’informazione, la comunicazione, il coordinamento e l’organizzazione.
In questa prospettiva, che in Italia è diventata anche normativa con l’adozione del decreto 27 marzo 1998 sulla mobilità sostenibile delle aree urbane, il ruolo dei Comuni è certamente molto importante.
E’ a questi che si rivolge il progetto elaborato da Shena. In particolare la proposta prevede di “montare” un’operazione che coinvolga in prima battuta i comuni della tratta autostradale A4 Verona – Brescia – Bergamo – Milano.
In un secondo momento si attiverà l’azione sui comuni limitrofi con l’inserimento (a seguire dalle adesioni) delle mappe apposite.
Operativamente ai comuni verrebbe richiesto di svolgere le seguenti attività:
1. promozione del servizio;
2. proporre incentivazioni (parcheggi e punti di incontro per chi aderisce);
3. fornire la certificazione degli utenti iscritti (da definire il modo) per questioni di sicurezza;
4. coinvolgere le aziende residenti nel territorio di competenza con più di 300 dipendenti;
5. coinvolgere i comuni limitrofi.