Il protettore dei ponti della Mitteleuropa (itinerario lombardo)

S.Giovanni Nepomuceno: protettore dei ponti tra i paesi della Mitteleuropa
di Roberto Albanese

Itinerario (da Milano a Chiavenna, passando per Cassano d’Adda e Monza) sul tema della presenza in Lombardia di statue dedicate a S.Giovanni Nepomuceno, protettore dei ponti e dai rischi delle acque. Piccola storia di una figura simbolica che testimonia l’esistenza di una cultura che accomunava la Lombardia con i popoli dell’area transalpina del nord-est. La Lombardia infatti per secoli ebbe stretti rapporti con il cuore del nostro continente, ovvero con la “Mitteleuropa”. Un itinerario, dunque, lungo il confine occidentale dell’Europa mitteleuropea?

Indice:

  • Premessa
  • Le ragioni storiche che rendono questo personaggio attuale e simbolico
  • A protezione dei ponti lungo la strada “austriaca” che univa la Lombardia alla Mitteleuropa
  • I tappa:Milano. Il santo “rifugiato”
  • II tappa: Cassano d’Adda. Il santo “bombardato”
  • III tappa: Monza. Il santo “desaparecido”
  • IV tappa: Chiavenna. Il santo “riconosciuto”

Premessa

Non sempre le Alpi hanno rappresentato una barriera e una divisione tra mondo latino e mondo germanico e nordico. Il sacro romano impero e l’impero austro ungarico sono stati due momenti storici che hanno influito creando interazione e coesione tra i popoli, affermando una civiltà transalpina. Civiltà andata in frantumi successivamente, all’epoca dell’affermarsi degli stati nazionali.

Di questa civiltà comune ai popoli di una vasta area dell’Europa centrale, definita “Mitteleuropa”, sono rilevabili ancora tracce materiali e permanenze artistiche e culturali. Su queste è opportuno fare leva come elemento stimolo per riannodare legami e comunanze vitali per la costruzione di una nuova reale “casa comune europea”.

Le ragioni storiche che rendono questo personaggio attuale e simbolico

Giovanni Nepomuk era vicario generale dell’arcivescovo di Praga e fine giurista, già rettore dell’università di Padova. La storia ci descrive Giovanni Nepomuk come un “dissidente” che nel 1393 si oppone all’arroganza del re di Boemia Venceslao IV. Per questo venne torturato a morte dallo stesso re e quindi gettato nelle acque della Moldava, nei pressi del Ponte Pietra a Praga.

Il popolo ne fece subito un simbolo che, malgrado i tentativi del potere, resisterà nei secoli. La sua beatificazione, tenacemente sostenuta dai gesuiti, avverrà nel 1729.

Durante il processo preliminare alla sua beatificazione, dalla Polonia furono prodotte testimonianze relative ad un suo intervento miracoloso che avrebbe salvato da morte sicura una donna caduta nelle acque del canale del suo mulino. Per questo è considerato santo protettore nei confronti dei rischi legati alle acque.
Il suo culto ebbe particolare diffusione in Europa centrale, arrivando anche in Italia del nord. Statue ed affreschi del santo sono spesso dislocati in luoghi all’aperto e posti a custodia di ponti, argini o a protezione dai rischi legati a “luoghi d’acqua” (specchi d’acqua, canali, ecc.).

Monaco di Baviera – statua del santo sul fiume Isar

Oggi alcuni studiosi fanno coincidere l’area di diffusione del suo culto con i confini della “Mitteleuropa”.

A protezione dei ponti lungo la strada “austriaca” che univa la Lombardia alla Mitteleuropa

Ipotizziamo che, in Lombardia, il nostro santo protettore dei ponti ebbe il suo periodo di maggior splendore tra il settecento e i primi decenni dell”800, quando (tra il 1818 e il 1822) fu costruita la grande carrozzabile ‘austriaca’ dello Spluga che mise in comunicazione Milano con la valle del Reno. Opera grandiosa e d’avanguardia dal punto di vista ingegnieristico, voluta dagli austriaci per motivi militari e politici e che coinvolse anche il governo svizzero.

Quindi non è probabilmente un caso se le statue da noi recensite si trovino proprio lungo l’asse di collegamento che parte dal centro della regione e dal capoluogo lombardo per spingersi a nord, appunto lungo la strada austriaca per lo Spluga.

I tappa:Milano. Il santo “rifugiato”

A Milano è scomparsa la statua del santo che, ancora sul finire dell’ottocento, proteggeva i malcapitati esponenti della “scapigliatura” meneghina che, in ragione delle loro intemperanze notturne, finivano nelle gelide acque dei Navigli. O almeno noi non siamo riusciti a trovarne traccia…. Invece una enorme statua del santo (opera alla quale, per quanto ci risulta, andrebbe assegnato il primato in Europa per le sue dimensioni …) si trova nei cortili interni del Castello Sforzesco, vicino ad un falso fossato. Che il santo dal Naviglio si sia rifugiato qui? Noi facciamo finta che sia così …

II tappa: Cassano d’Adda. Il santo “bombardato”

Più triste la sorte della statua posta all’inizio del ponte che attraversa l’Adda a Cassano. Durante la seconda guerra di indipendenza, l’armata austriaca in ritirata fa saltare dietro di sé il ponte, al fine di rallentare l’avanzata delle truppe franco-piemontesi ormai entrate in Milano. La statua che si può vedere oggi è dunque l’ultimo resto del ponte bombardato nel 1859.

III tappa: Monza. Il santo “desaparecido”

A Monza invece troviamo una vicenda enigmatica ma anche divertente. Nella storia del capoluogo brianzolo è documentata la presenza di una statua del santo sull’antico ponte romano chiamato Ponte d’Arena (oggi Ponte dei Leoni), lì collocata da un battaglione d’artiglieria austriaco. Appunto sull’imboccatura della strada statale 36, ovvero l’antica carrozzabile ‘austriaca’ dello Spluga. Dove sia finita la statua di Giovanni Nepomuceno non è dato saperlo. Personalmente propendo per l’ipotesi che vorrebbe che questa sia stata “epurata” per lasciar posto ad una statua di Garibaldi (a sua volta poi “sfrattato” da quel luogo), “santo” laico dell’indipendenza nazionale. Di questa però se ne trova ancora traccia nella memoria storica orale locale, che infatti volle ribattezzare il ponte con il nome di ponte di “S.Giuan ne pu ne meno”.

Invece sembrerebbe che una traccia ben evidente sia stata lasciata a Monza (sia pure suo malgrado) proprio da colui che fu l’assassino del santo, ovvero il re di Boemia Venceslao IV. L’assassino è addirittura in cattedrale!.

IV tappa: Chiavenna. Il santo “riconosciuto”

A Chiavenna, fino agli anni trenta, c’era un’unica strada che collegava la città con il passo dello Spluga, superando il fiume Mera attraverso un ponte dove, ancora oggi, una pregevole statua settecentesca di S.Giovanni Nepomuceno fa bella mostra di sé. Che qui il nostro santo, ancora a tutt’oggi, sia pienamente “riconosciuto” nella sua funzione di protettore dei ponti, in particolare attribuitagli dai popoli della Mitteleuropa, non deve stupire. Nella storia di Chiavenna motivi politici ed economici hanno sempre portato questa cittadina a guardare con particolare attenzione verso i popoli del nord. Ricordiamo, a titolo di esempio, che Chiavenna si schierò con Federico Barbarossa contro i comuni della Lega Lombarda.

Roberto Albanese

http://www.greenman.it

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