settembre 23, 2009
Evacuazione di una scuola (gioco di simulazione)
Animazione ed esercitazione di evacuazione di una scuola. L’esperienza della Scuola Media « C. Parini » di Sovico (Milano)
di Roberto Albanese
L’uso della metodologia dell’animazione socio-culturale ed in particolare del laboratorio dell’immaginario per organizzare un gioco di simulazione legato all’evacuazione di una scuola media realizzato nel 1983.
INDICE
- L’origine dell’intervento di animazione
- Preparazione e strutturazione del progetto
- La messa in pratica della simulazione
- Risultati e considerazioni conclusive
L’origine dell’intervento di animazione
La possibilità di effettuare una sperimentazione dell’utilizzo della metodologia dell’animazione socio-culturale in tema di protezione civile, in particolare utilizzando le tecniche del gioco di simbologia è offerta, si verifica nell’autunno de1 1983, presso la Scuo1a Media Statale integrata sperimentale « G .Parini » di Sovico, paese di circa 5.000 abitanti della Provincia di Milano.
Il tema viene lanciato da organismi ecologisti e culturali di zona e dagli operatori della « Cooperativa T erra » di Monza e a proposta non è « casuale ». Questa infatti rappresenta lo sviluppo e la specificazione di un impegno nell’ambito dell’educazione ambientale e del rapporto col territorio che, fin dall’inizio, aveva caratterizzato la sperimentazione condotta in questo istituto e che aveva dato possibilità di instaurare positivi rapporti fra scuola e organismi di base operanti in zona.
Preparazione e strutturazione del progetto
Le motivazioni e gli obiettivi della proposta espressi dai Comitati vengono inizialmente presentati e specificati, sotto l’aspetto didattico, al Collegio Docenti e al Consiglio di Istituto, per quanto concerne le implicazioni più complessive con la vita della scuola.
L’ esperienza si colloca a diversi livelli, coordinati nella struttura di lavoro del « laboratorio dell’immaginario » :
-a livello contenutistico-culturale, dove si presenta e si discute con ragazzi e docenti il problema della protezione civile e dei disastri naturali a partire dalla proiezione di un audiovisivo sul terremoto presentato in concomitanza con il terzo anniversario del terremoto dell’Irpinia;
-a livello organizzativo, dove si tratta di ipotizzare e definire ruoli e procedure chiare allo scopo di ottenere il massimo di corretta gestione e coinvolgimento di tutte le componenti scolastiche e del grande numero di partecipanti; mentre
-a livello « politico », la questione è di impostare rapporti con l’ente locale e gli organismi della protezione civile (WWF-CRI ecc). Uno sforzo non trascurabile viene fatto:
-a livello di animazione e documentazione dove si tratta di porre nella simulazione una sintesi fra elementi realistici comunque non eccessivamente drammatici (per evitare le reazioni di panico paventate da alcuni insegnanti) e la creazione di un insieme di simbologie sufficientemente efficaci. Al gruppo di documentazione si chiede invece di fissare le fasi dell’intervento in modo da avere materiali audiovisivi che aiutassero la verifica e la comunicazione dell’esperienza.
La messa in pratica della simulazione
La dimensione e la complessità dell’intervento comporta l’organizzazione del lavoro sia a livello di piccolo gruppo che di grande gruppo. Ad ogni classe è distribuita una scheda in cui sono indicati i comportamenti da assumere e che prevede una progressione nel tipo di difficoltà proposte, sia al momento della evacuazione come nelle fasi successive di « soccorso ». L ‘allarme scatterà alle 9,15 di un giorno qualsiasi. Le classi escono all’allarme-radio del Preside che annuncia che nella scuola è scoppiato un incendio.
Nelle operazioni di evacuazione i ragazzi devono seguire percorsi obbligati dove si incontreranno ostacoli diversi da superare e dove si verificheranno ferimenti ed incidenti. Il « laboratorio » infatti ha provveduto a distribuire e collocare nello stabile strutture e marchingegni (teloni, sagome in cartone etc.) che, assieme al fumo vero (originato all’interno da fumogeni e all’esterno dall’accensione, debitamente controllata, di paglia bagnata) riescono a dare un tono di realismo sufficientemente marcato. Così si riesce a simulare fiamme, voragini, acqua, macerie che interrompono le scale, fili elettrici scoperti. Tutti i percorsi obbligati verranno superati dai ragazzi nel giro di 6 minuti.
Nell’evacuazione alcuni ragazzi restano feriti e sono recuperati in 10 minuti dalle squadre di soccorso formate da docenti e alunni; altri invece restano bloccati e non è possibile salvarli. Il preside chiede soccorso ai vigili del fuoco, pronto soccorso, ospedale, sindaco. Accorrono le squadre di intervento dei diversi enti: i vigili del fuoco usano i loro mezzi per recuperare nel giro di 10 minuti i feriti bloccati nella scuola ed in 15 minuti riescono ad accedere, usando mezzi di respirazione artificiale, nei sotterranei, recuperando i ragazzi bloccati. Si procede in parallelo a spegnere 1 ‘incendio ed alla successiva riattivazione degli impianti.
Nel frattempo i feriti vengono concentrati nella palestra esterna attigua alla scuola, mentre un discreto numero di ragazzi viene impiegato anche nell’infermeria, dove prestano conforto ai compagni feriti, collaborano con medici e infermieri, impartiscono prestazioni minime di pronto soccorso. La correttezza delle medicazioni verrà successivamente verificata dai militi della CRI e dai medici.
Risultati e considerazioni conclusive
Tutto il gioco di simulazione quindi si svolge in tempi rapidi, con serietà e intensa partecipazione da parte di tutti. Numerosa ed attenta è la partecipazione di genitori, anziani ed abitanti del quartiere. Il paese del resto è stato precedentemente avvisato da manifesti dell’Amministrazione Comunale e da comunicazioni trasmesse in parrocchia durante le funzioni.
L ‘intervento, nelle sue diverse fasi, è documentato dalla RAI -TV Terza Rete e viene inserito in una trasmissione dedicata alla educazione ambientale.
A conclusione viene fatta una verifica dell’intervento a livello di collegio docenti: unanime è la valutazione positiva dell’esperienza. In particolare si sottolinea, dal lato metodologico, l’utilità dello strumento del gioco di « simulazione {che si presta ad un uso didattico anche più esteso) e l’importanza per la scuola di un nuovo rapporto che, attraverso questa attività, si è venuto a creare con il territorio.