Animazione di quartiere

Animare la città tra bisogni dei giovani e memoria degli anziani
di Roberto Albanese

Rilleux la Pape, 24 / 25 ottobre 2002

Indice:

  1. Il contesto e l’intervento di animazione
  2. L’incidenza sull’organizzazione del servizio pubblico
  3. L’incidenza sulla democrazia locale
  4. Possibili sviluppi e trasposizioni
  5. Bibliografia

1. Il contesto e l’intervento di animazione

L’esperienza qui presentata vuol precisare l’importanza della sensibilizzazione ecologica nella città a partire dal ricorso all’immaginario collettivo. Si tratta di un’esperienza di animazione sviluppata a partire dagli anni ’90 nella periferia a nord di Milano, specificatamente nel territorio del Comune di Cinisello Balsamo.

Inquinamento, disagio, violenze e rotture dei legami sociali, immigrazione dal sud dell’Italia, speculazione immobiliare, degrado dei grandi stabili e degli spazi verdi: queste erano le caratteristiche di tale territorio che, a partire dagli anni ’60, ha visto seriamente compromessi i valori ecologici e sociali della realtà contadina di un tempo. Questa realtà rappresentava visibilmente il prezzo da pagare per una economia industriale urbana che ha trovato a Cinisello una delle prime aree di sviluppo dell’hinterland milanese legate alla siderurgia e alla meccanica (Falk, Breda, Marelli).

Il luogo scelto per questo progetto d’animazione ecologica è il quartiere di S.Eusebio. Il quartiere conta il 5,8% della popolazione totale della città (che è di 76.000 abitanti). Due grandi fabbricati, le « Cinque Torri » e il « Palazzone », ospitano una parte importante degli abitanti del quartiere. Infatti negli otto piani del « Palazzone », costruito nel 1973, vivono 1000 persone che occupano 288 appartamenti.

Il progetto, che ha i suoi inizi nel 1990, nasce da un accordo tra diverse componenti della società civile:(associazioni, cooperative) e Amministrazione Comunale. Da parte sua, la Regione Lombardia finanzia questo progetto sulla base della legge regionale per la prevenzione delle tossicodipendenze e del disagio giovanile. I lavori iniziano nel febbraio 1991, per poi concludersi nel maggio successivo.

Ma quali sono gli obiettivi di questo progetto denominato « Immaginario e ambiente come risorse di prevenzione?

Il quartiere è cresciuto sui prati – che sono così quasi tutti scomparsi – ma c’è ugualmente una piccola basilica romanica e una serie cascine, segno dell’antica realtà contadina, che permettono di leggere ancora nel territorio la sua storia. Oggi il paesaggio urbano è vuoto e bisognerebbe animarlo con nuove speranze per rivitalizzare dei luoghi dove potere rendere ancora possibile col tempo una vita in armonia con la comunità e con l’ambiente.

La proposta di questa esperienza ecologica è stata sviluppata da quello che noi abbiamo chiamato un « laboratorio di animazione » formato da un gruppo importante di giovani delle associazioni di quartiere e da professionisti dell’animazione.

Gli animatori avevano cercato di attivare i giovani dei gruppi informali del quartiere. L’obiettivo era quello di rendere visibili gli « hauts lieux » del quartiere sia ai giovani di oggi come a coloro che erano stati giovani ieri e che vivevano emotivamente la perdita di questi luoghi.

Il laboratorio era composto di diversi gruppi di lavoro :

· gruppo « generale » : progetti, logistica, informazione ;

· gruppo « ricerca » : ha sviluppato una ricerca sulla memoria storica, realizzato delle interviste agli anziani, raccolto delle narrazioni, delle storie personali sui luoghi;

· gruppo « costruzione » : ha realizzato con materiali vari (cartone, legno, teli, ecc.) delle figure per l’esperienza: il volo di Icaro, i « folli di gioco », una coppia di funamboli, uno spaventa-autostrada, un grande cuore (simbolo collocato nel vecchio centro del quartiere), ecc.. Il gruppo ha anche prodotto una grande camera con una lunga pellicola, fissata poi ad un fabbricato ai piedi del quale era stato incontrato un gruppo informale di giovani che si era impegnato nella produzione di un piccolo video;

· gruppo « documentazione » : produce una documentazione visiva dell’intervento realizzata a livello fotografico e video;

· gruppo « musica » : realizza una colonna sonora per rendere più spettacolare l’esperienza.

Il laboratorio ha lavorato per quattro mesi, nei pomeriggi e la sera. La conclusione è stata, in maggio, una grande festa di quartiere per presentare e « animare » i simboli prodotti attraverso giochi e semplici performances teatrali.

L’esperienza, ripetuta gli anni successivi, è stata molto bene accolta a livello di cittadinanza e ha suscitato un dibattito importante sia sulla questione dell’avvenire del quartiere come sull’importanza di una sensibilizzazione ecologica in città attraverso il ricorso all’immaginario collettivo.

2. L’incidenza sull’organizzazione del servizio pubblico

Oggi il « laboratorio » è una struttura permanente del lavoro sociale e urbano, questo in ragione della possibilità offerta dal Ministero nazionale dei Lavori Pubblici di realizzare a Cinisello uno dei quaranta « contratti di quartiere » previsti nel 1997 a livello nazionale. Questo permette una disponibilità finanziaria di circa 950.000 Euro per progetti di rinnovo dell’edilizia pubblica e degli spazi pubblici, come per progetti di nuova occupazione e di promozione di legami sociali.

Il « contratto di quartiere » a previsto e organizzato una « unità di progetto », ovvero un nuovo ufficio comunale incaricato di coordinare questo progetto specifico. Conseguentemente alla valutazione positiva dell’esperienza realizzata, la città ha infine deciso di rendere stabile questa nuova struttura, che attualmente dovrebbe andare a gestire anche altri progetti urbani.

In effetti il lavoro del « laboratorio » permette ai servizi di urbanistica, ecologia, ai servizi sociali, ecc. della città di Cinisello, probabilmente in modo simile a quanto succede in altri progetti come quello francese della città di Rillieux-la-pape (Lione), di arricchire le proprie conoscenze del territorio e dei residenti e fornisce a questi gli elementi per impostare progetti o azioni di nuova gestione degli stabili pubblici e dei servizi adattati ai bisogni degli abitanti.

3. L’incidenza sulla democrazia locale

L’esperienza realizzata dal « laboratorio » di animazione è stata il primo passo di un processo di cooperazione pubblico-privato che ora trova nel « contratto di quartiere » una reale e precisa concretizzazione. Esiste un positivo rapporto con gli affittuari, le associazioni di quartiere, le agenzie dell’edilizia pubblica locale del nord Milano (ALER), i comitati di quartiere che si sono impegnati nel « laboratorio ».

In questo modo, la struttura pubblica può consultare la società civile su molti programmi e progetti e trasmettere le opinioni dei cittadini direttamente alla Sig:ra Gasparini, Sindaco della città.

D’altra parte c’è ancora molto da lavorare per avere una parte più attiva dei giovani dei gruppi informali.

4. Possibili sviluppi e trasposizioni

Attualmente si sta studiando in quale modo utilizzare questo metodo del « laboratorio » per altri progetti di rinnovo urbano della città di Cinisello Balsamo legati al programma « Urban » e anche al processo di Agenda 21 Locale.

Ma, una riflessione è necessaria. Il problema maggiore per il progetto è politico e viene dal rischio, sempre presente, di burocratizzazione. Gli uomini politici dovrebbero veramente prendere coscienza che risolvere il problema dell’ambiente significa anche incontrare le persone che sono i veri protettori dei valori dell’ambiente e che sono gli attori indispensabili del cambiamento dei modelli di produzione e di consumo.

Se la partecipazione della popolazione è un elemento centrale del cambiamento; il vero problema strategico è di trovare una forma di comunicazione vivente tra cittadini ed istituzioni. Si tratta di una comunicazione vitale al fine di assumere, e non censurare, le caratteristiche della cultura le più legate agli effettivi bisogni della persona, alle identità culturali locali, alla domanda di nuovi valori sottesi al malessere dei giovani. Dato che l’antico legame di lavoro, cultura e di relazione vitale tra persone e ambiente è ormai compromesso, come è possibile ridare un senso, ritrovare la speranza e mettere in opera dei progetti, anche politici, al posto di persistere nella disperazione e nel sentimento di distruzione, attraverso il consumo, del nostro rapporto con la natura?

Forse l’animazione socio-culturale, intesa come uno strumento finalizzato a valorizzare e a sperimentare in modo concreto un’esigenza di comunicazione, può dare delle soluzioni. Da questo punto di vista, l’esperienza del « laboratorio » rappresenta un’esperienza interessante di coinvolgimento diretto degli abitanti. Fu un tentativo di creare e vivere la relazione con l’ambiente e di celebrare momenti forti di festa, e anche di azione politica, che si sono poi rivelati efficaci ed effettivamente comunicanti a livello di opinione pubblica.

Nel tempo, l’immaginario è sempre stato associato in modo positivo all’ambiente : i giovani, ad esempio, vi trovavano un rapporto liberato di relazione con la natura. Oggi questo elemento deve essere recuperato e, dal mio punto di vista, sono i ragazzi dei gruppi informali che cercano « in modo naturale » di fare ciò.

Le risorse da investire in un laboratorio di animazione aperto ai gruppi informali sono la fantasia, l’immaginazione creativa, il gioco, ovverosia ciò che loro già fanno normalmente giorno per giorno nella città. Una metodologia di animazione dell’immaginario urbano è da sperimentare « con » questi gruppi (e non « per » ). Ciò può contribuire a farci ritrovare un rapporto con l’ambiente della città che sia decisivo e centrale, un rapporto che è sempre esistito ma che, da poco, è stato brutalmente tagliato.

5. Bibliografia

GILBERT DURAND, Les strutture antropologiche dell’immaginario, Edizioni Dedalo, Bari, sesta ristampa della seconda edizione, 1996.

KAJ NOSCHIS, La signification affective du quartier, Libraries des Méridiens, Paris, 1983.

MICHEL MAFFESOLI, Il tempo delle tribu. Il declino dell’individuo, 1988, Armando, Roma (édition italienne).

CODEJ (Comité pour le Développement de l’Espace pour le Jeu), Des lieux pour les adolescents. Usages et amenagements des espaces de proximité, Secretariat d’Etat à la Jeunesse et aux sports, Paris, 1987.

ROBERTO ALBANESE, Animation écologique et environment, rivista “Architecture & Comportement -Architecture & Behaviour”, vol. 8, n.° 4, Lausanne, décembre, 1992.

ROBERTO ALBANESE, Immaginario e ambiente risorsa di animazione, rivista “Animazione Sociale”, n.° 8 / 9, Torino, agosto / settembre, 1993.

CITTA’ DI CINISELLO BALSAMO, Il Contratto di Quartiere di Cinisello Balsamo. Un approccio integrato alla riqualificazione urbana, Milano, 2001.

Roberto Albanese

http://www.greenman.it

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